• 27 Ottobre 2025

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Bologna-Verona, Delneri: “E’ presto per mollare, i conti li faremo alla fine. E Toni…”

VERONA, ITALY – DECEMBER 06: Hellas Verona FC coach Luigi Del Neri looks on before the Serie A match between Hellas Verona FC and Empoli FC at Stadio Marc’Antonio Bentegodi on December 6, 2015 in Verona, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Pugni al cielo e pacca finale sul petto a quasi tutti i gialloblù, che ha ricordato quella iniziale marchio di fabbrica dell’interista Cuper. Così Gigi Delneri alla fine della vittoriosa, la prima del campionato, gara col Bologna. «Sono molto contento», esordisce in sala stampa il tecnico gialloblù. «La squadra ha giocato al calcio interpretando al meglio le cose che abbiamo provato in allenamento. Sono contento per il rientro alla grande di tanti giocatori come Souprayen, Viviani e anche Albertazzi. Abbiamo visto bene la gara dell’andata dove Masina aveva costruito insieme ai suoi compagni un disastro ecologico, l’abbiamo limitato mettendo due esterni difensivi come Albertazzi e Pisano. Bravi i centrocampisti ad uscire ma straordinario è stato l’apporto degli attaccanti. Loro hanno sporcato dall’inizio alla fine, tutte le giocate del Bologna, agevolando il compito degli altri». Delneri parla più veloce del solito e nella sua prima dichiarazione c’è tutta la spiegazione tecnico-tattica dell’incontro. Il resto arriva poi. L’Hellas ha vinto dopo 350 giorni di digiuno in trasferta, l’ultima volta fu a Firenze il 20 aprile del 2015 con rete di Obbadi, senza i suoi capitani. Fuori Moras ma, soprattutto, nemmeno convocato Toni. A casa l’uomo che aveva trascinato la squadra dei cento punti. Pronta la risposta di Delneri: «Sarebbe stato illogico portarlo per mandarlo in panchina. La mia è stata una scelta tecnica ma lui ci sarà ancora molto utile. La partita l’abbiamo pensata in modo diverso ed anche per Moras vale la stessa cosa. Qui ci sono undici titolari». Delneri è irraggiungibile perché le sue parole viaggiano a cento all’ora ma la domanda lo coglie un po’ in controtempo, come il colpo di testa di Samir ha colto Mirante: «Se Toni ha pagato lo sfogo dopo il ko col Carpi? No, non so. Anzi dico che lui ha esternato delle cose, il suo pensiero», risponde Delneri. «Tutto legittimo, per carità. Posso non essere d’accordo con lui, anzi non lo sono, però va rispettato. Dico ancora una volta che non è stata una scelta dettata da quella dichiarazione ma una scelta tecnica. Tutti devono dare il massimo da qui alla fine. Se giocheremo ancora gare come questa difficilmente usciremo fra i fischi».

Chiuso l’«amaro del capitano», eccoci al «caffè Samir», che più lo butti giù e più ti tira su. E pensare che in campo doveva esserci Helander, bloccato all’ultimo da una gastroenterite. «Dài, ci sta. Anche a me questa volta è girata bene. È normale che noi puntassimo sullo svedese perché stava facendo davvero bene. Samir non è una sorpresa. Avrà un grande futuro. Legge bene tutte le situazioni ed ha grande personalità». E ancora: «Tutta la squadra ha giocato una grande partita e tutti meritano un grande applauso. Gli esterni, a metà campo, Bianchetti e davanti Pazzini e Gomez hanno fatto un grande lavoro». Insomma, le pacche del mister arrivano, oltre che sul petto, sulle spalle di tutti. Un Verona tosto e quadrato nel primo tempo che ha rischiato qualcosa in più nella ripresa. «Sì, ma non dite che ci siamo difesi e basta perché certe ripartenze avrebbero potuto fare male al Bologna». In sala stampa arrivano anche i complimenti dei colleghi nazionali e locali. Delneri ringrazia ma avverte: «Anche dopo il derby con il Chievo erano arrivati da ogni parte d’Italia ma poi qualcuno ha perso di mira l’obiettivo», ricorda l’allenatore gialloblù. «Noi dobbiamo lavorare come stiamo facendo a Peschiera e mettere sul campo grande dignità e attenzione. I conti li faremo alla fine. Questa vittoria è tutta della squadra. È presto per mollare, mancano ancora sette partite». Anzi, «ora siamo a sei punti, magari andremo a cinque o a quattro. Chi può dirlo…». Il buon Gigi Delneri alimenta la fiammella della speranza. Lo fa sottovoce, forse perché arriva in sala stampa a tarda ora, quando l’altro Gigi, Marzullo, giunge negli studi della Rai. Chissà che cos’è per lui il Verona ora. Una bella donna? Un bimbo capriccioso? L’ultima spiaggia? Chi lo sa. Ad un certa ora della notte si può chiedere di tutto, anche tre punti a Napoli. «Chi lo sa?», ripete il mister. «Abbiamo il dovere di giocare gare come quella col Bologna. Noi ci siamo, questo è il segnale che abbiamo dato vincendo qua».

(Fonte: L’Arena)

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