BERGAMO, ITALY – SEPTEMBER 20: Eros Pisano of Hellas Verona celebrates after scoring the equalizing goal during the Serie A match between Atalanta BC and Hellas Verona FC at Stadio Atleti Azzurri d’Italia on September 20, 2015 in Bergamo, Italy. (Photo by Tullio M. Puglia/Getty Images)
Le ferite di Napoli sono ancora parecchio fresche, anche se dimenticare tutto in fretta non sarebbe male. La Serie A continua a prendersela comoda, indecisa se camminare lentamente o rimanere del tutto immobile ma certamente brava a disegnare uno scenario paradossale che tiene ancora in corsa il Verona. Questione di numeri. Il Frosinone, domenica al Bentegodi e penultimo, ha preso un punto nelle ultime quattro giornate ed il Palermo addirittura due in otto contro i sette raccolti dall’Hellas. Eros Pisano quattro conti li ha fatti, anche se il calcolo è facile: battere il Frosinone significherebbe accorciare le distanze a due punti sul penultimo posto e a tre sul Palermo che alla prosssima andrà a Torino contro la Juventus. Anche il Carpi, col Genoa, non avrà vita facile. L’aritmetica, come sempre in questi mesi, va però a sbattere contro la logica. Perché il Verona è sempre stato là in fondo, con segnali di risveglio intervallati a pause deleterie. Il Frosinone darà tante risposte, in un senso o nell’altro.A VOCE BASSA. Come sarà possibile nelle ultime sei riuscire a correre ad una velocità tripla rispetto alle prime 32 giornate? Il nodo è tutto qui. Corsa e carattere non basteranno, servirà molto di più. «Dobbiamo mantenere un profilo basso, provare a raccogliere più punti possibili senza troppo guardare la classifica. Sappiamo che domenica chi ha più da perdere è il Frosinone, non noi. Bisognerà scendere in campo decisi e compatti, dimostrando di essere squadra e ancora una volta che non vogliamo abbandonare questo campionato regalando punti in giro ma lottando fino alla fine», il manifesto di Pisano, già quattro gol finora, icona del Verona intenzionato a rialzarsi in fretta, o almeno a provarci, dopo la batosta del San Paolo. «Sembra un miracolo, sembra difficilissimo ma la matematica qualche speranza ancora ce la dà e quindi è giusto crederci ancora. È chiaro che da qui in avanti dipenderemo anche dai risultati delle altre. Andiamo avanti, la linea sulla nostra stagione la tireremo solo all’ultima giornata», la fotografia di Pisano, col chiaro riferimento verso Palermo, dove l’Hellas andrà alla trentottesima, ultima scena prima di un’estate in ogni caso intensissima. Delneri il quadro l’aveva disegnato già al primo giorno di Verona, immaginando di avvicinarsi gradualmente verso la linea di galleggiamento proprio in coincidenza con lo striscione d’arrivo. Ne ha fallite parecchie l’Hellas di prove come quella che il calendario metterà su un piatto d’argento domenica. Contro un Frosinone vivo ma che fuori casa ha preso pochissimo, appena cinque punti dei 27 che ha in classifica. TONI E IL FROSINONE. Basta un attimo perché il discorso scivoli su Toni, rimasto a casa a Bologna così come a Napoli. Escluso da Delneri. «Se lo vorrei domenica in campo col Frosinone? Sicuramente per noi è un giocatore importante, ma le scelte le fa il mister. Noi in campo e tutti gli altri che sono in panchina devono pensare soprattutto alle prossime partite e non alle scelte dell’allenatore. Abbiamo grande rispetto per Luca e continueremo ad averne. Lui è sempre stato positivo e per il Verona ha fatto davvero tanto. Come ha reagito lo spogliatoio? Siamo tranquilli, sappiamo che questo è il calcio e lui più di noi, con tutta l’esperienza che ha». Automatico è anche guardarsi indietro e tornare a Napoli. A tre gol pesanti da smaltire, anche se contro la seconda forza della Serie A. Pisano non si tira indietro: «Ci tenevamo tanto a a far punti, conoscendo l’importanza che la partita con il Napoli ha per i nostri tifosi ma anche per la nostra condizione di classifica e il desiderio di tutti di onorare la stagione e questi colori. Il Napoli è una grande squadra, avrebbe vinto comunque ma certe decisioni arbitrali di certo l’hanno aiutato. Con una direzione di gara diversa almeno ce la saremmo giocata diversamente. Sapere di dover lottare non solo contro il tuo avversario, in più, incide anche sotto il profilo mentale». Stop. Napoli è il passato, il Frosinone l’occasione da non lasciarsi sfuggire. Un po’ di luce in fondo c’è ancora.
(Fonte: L’Arena)