Ha provato a vincere ben sapendo che i tre punti l’avrebbero di fatto messa al riparo dai timori della retrocessione, ha attaccato più del Chievo, ma spesso con il freno tirato. Evidentemente l’Udinese temeva l’avversario, ha evitato di concedergli spazio e alla fine deve accontentarsi di un punto. In ogni caso, l’impressione è che la compagine bianconera fosse un tantino contratta, eccessivamente tesa, a tratti anche nervosa (vero Felipe e Fernandes?), ma Gigi De Canio fa buon viso a cattiva sorte. «Non eravamo contratti, piuttosto ho visto un’Udinese concentrata e attenta, l’atteggiamento è stato quello giusto. I ragazzi sapevano di affrontare un avversario ostico, in buona salute, che ha fatto ostruzionismo. Per cui abbiamo cercato di gestire la gara con pazienza per cercare di sfruttare il momento propizio. Non siamo mai andati in affanno. Abbiamo costruito alcune palle gol, nel primo come nel secondo tempo, ma non siamo stati freddi e concreti. Sono gare molto equilibrate e per vincerle bisogna avere quel guizzo che a noi è sempre venuto meno». De Canio nella sua disamina evita di soffermarsi sui singoli, anche se sull’espulsione di Felipe osserva che «c’era stata qualche scaramuccia di troppo in campo, Felipe sa di aver sbagliato. Con la ritrovata parità numerica abbiamo provato a vincere la gara, ma non ci siamo riusciti». Preferisce parlare in generale anche quando gli viene fatto presente che Badu ieri non era in giornata, non riusciva a supportare l’attacco. Oltretutto il ghanese non stava bene, per cui è stato un rischio mandarlo in campo dall’inizio. Anche Fernandes ha spinto poco. Il solo Widmer, in costante spolvero, ha fatto sovente scricchiolare il sistema difensivo del Chievo. «Ci sono degli equilibri tattici da preservare per non sbilanciarsi – è stata la replica del tecnico di Matera – Quando l’esterno (Widmer, ndr) accompagna l’azione, il centrocampista non può essere oltre la linea del centrocampista esterno, altrimenti si rischia il contropiede e il Chievo non aspettava altro per trovare il gol. Ma i ragazzi meritano i miei complimenti per come si sono battuti dal primo all’ultimo minuto. Non importava essere bellissimi, speravamo nella vittoria, ovvio, ma il momento per esser belli lo rimandiamo ad altre situazioni e ad altri tempi. Dobbiamo solo proseguire sulla strada che ci dovrebbe portare alla salvezza. In ogni caso ci tengo pure a sottolineare che non abbiamo mai corso rischi. Purtroppo, come detto, non abbiamo sfruttato le situazioni che ci sono capitate». «Se il punto può andare bene? Se avessimo vinto non avremmo rubato nulla, ma i ragazzi si sono battuti con determinazione, erano moderatamente soddisfatti visto il valore dell’avversario (tradotto significa che allo spogliatoio va bene anche così, l’importante era non perdere, ndr). L’attenzione evidenziata da tutti mi fa stare sereno, la prestazione è fondamentale anche se contano pure i risultati». Ma cosa è mancato all’Udinese per conquistare i tre punti, precisione e freddezza nelle conclusioni a parte? Perché è stato fatto un passo indietro rispetto alla prestazione fornita contro il Napoli? Sono altre domande che vengono poste al tecnico dei bianconeri. «Il Napoli è una squadra diversa – ha risposto de Canio – che era venuta qui a giocare la sua partita, giocando a viso aperto e noi siamo riusciti a sfruttare gli spazi, abbiamo agito in verticale e in velocità. Con il Chievo è stato diverso. Per questo penso che se ci fossimo sbilanciati oltremodo avremmo subito qualche contropiede di troppo. La squadra però ha sempre lottato».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Udine)