• 28 Dicembre 2025

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Vicenza, Manfredini: “Voglio tornare al 100% dopo l’infortunio al tendine d’Achille. E spero…”

La carta d’identità dice 36. A quest’età molti calciatori hanno già appeso le scarpe al chiodo da un pezzo, oppure hanno deciso di tirare gli ultimi calci in categorie inferiori o in Paesi lontani. Se invece chiedete a Thomas Manfredini con quale spirito ha festeggiato il suo compleanno, lo scorso 27 maggio, la risposta è tutta un programma: «Come un nuovo inizio – dice, senza aver nemmeno bisogno di un secondo per rifletterci -. In genere non faccio chissà quali festeggiamenti, ma stavolta ho voluto prima stappare la bottiglia a mezzanotte con i miei compagni di squadra del Vicenza, e il giorno dopo ritrovarmi con i miei amici di sempre a Misano, a casa mia. Dopo un anno di sfiga che più sfiga di così non si può, era giusto idealmente voltare pagina e ripartire».Ripartire per tornare ad essere un calciatore, magari del Vicenza?Sono un testone, ormai mi dovreste conoscere. L’idea è esattamente quella, e devo ringraziare proprio il Vicenza che mi ha messo a disposizione una persona straordinaria come Luca Costa, che mi sta seguendo nel percorso di riabilitazione sia dal punto di vista fisico, sia da quello mentale. Il lavoro che stiamo facendo insieme dà ottimi riscontri sia nel corpo, perché riesco già a camminare normalmente senza alcun dolore, nella mia testa: ci voglio provare perché sento di potercela fare, anche se sono passati quattro mesi dall’intervento al tendine d’Achille e ce ne vorranno altri due o tre per capire se sarò nelle condizioni di provare a tornare il Manfredini vero.Ma con la nuova società ha già avuto modo di parlare?No, ma è giusto così: c’erano ben altre priorità, bisognava a tutti i costi salvare il Vicenza e si è ottenuto questo risultato straordinario. Faccio un applauso ai dirigenti, allo staff tecnico, e ai miei compagni: io non ho mai smesso di credere nelle qualità tecniche e soprattutto umane di questo gruppo, mi fa molto piacere che alla fine siano emerse proprio nel momento più difficile.Lerda ha dato un’accelerazione importante.I numeri parlano per lui, ha saputo trovare subito la chiave giusta per ridare convinzione e certezze al gruppo. Non era facile, visto che la stagione sembrava davvero disgraziata, considerando gli infortuni a ripetizione e tante partite andate storte: è riuscito subito a invertire la tendenza, poi ha viaggiato con una media-punti impressionante.In difesa è tornato alla grande il suo compagno di tante battaglie, Brighenti.Una garanzia assoluta e un capitano vero, che ha indossato la fascia al meglio dopo che l’ha ereditata da Cinelli. Il grave infortunio, anziché indebolirlo, lo ha reso ancora più forte e determinato: la sua presenza è stata fondamentale in campo e fuori.Intanto la “sua” Spal è tornata in serie B: contento?Me lo concedete da ferrarese? Era ora! Dopo anni tribolati, finalmente si è insediata una società seria, che ha saputo programmare bene e raggiungere in breve tempo risultati che mancavano da troppo tempo. Se penso che l’anno prossimo potrei ritrovarmi a giocare di nuovo una partita a Ferrara, la mia città, dove tutto è cominciato, dove ho imparato ad amare il calcio e ho spiccato il volo verso una lunga carriera in serie A, mi viene ancora più voglia di riuscire a recuperare a tutti i costi…E poi è una partita attesa anche dai tifosi vicentini, vista l’antica rivalità.Lo so bene, anche se ovviamente mi rendo conto che la partita dell’anno per ogni biancorosso sarà il derby con il Verona. Posso essere sincero? Se avrò il piacere di giocarle, saranno incontri fantastici anche per me, ma considerando quello che ho passato e che sto passando affronterei ogni partita come un derby in cui dare tutto me stesso con entusiasmo e gioia. Ovviamente per conquistare tre punti perché io, se gioco, gioco sempre per vincere…Chiudiamo con una riflessione sul Sassuolo, la sua ex squadra: si aspettava che potesse arrivare addirittura in Europa League?È il coronamento di un percorso progettuale in cui nulla è lasciato al caso. Il presidente Squinzi è un vincente, non lo ha dimostrato solo nel calcio, e ha avuto il merito di affidarsi ad una società gestita comunque per molti aspetti come una grande famiglia. Personalmente lì non ho vissuto una parentesi positiva, ma questo non cambia il giudizio sulle qualità tecniche della squadra, che ho sempre ritenuto la più forte in cui avessi mai militato, e sulla solidità di una società che ha anche il grande merito di valorizzare i giovani italiani: troppo spesso si pensa che gli stranieri siano più forti, quando la nostra Nazionale avrebbe un gran bisogno che anche i club più blasonati ragionassero così…E sul giovane italianissimo Thomas Manfredini, allora, possiamo ancora puntare?Io ce la metterò tutta, poi mi rendo conto che non dipenderà solo da me. Anche la società e il tecnico dovranno valutare se nei loro programmi può esserci spazio anche per me. Anzi, magari non scrivete che ho compiuto 36 anni: dite che sono 27, massimo 28, così ci fanno un pensierino più volentieri…

(Fonte: Giornale di Vicenza)

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