Rintracciarlo non è stato facile, ma alla fine tra un play out ed un play off promozione siamo riusciti a parlare con Andrea Abodi, presidente della Lega di Serie B. Cortese e dalla parlantina molto efficace e particolarmente fluida, come al solito, il manager più apprezzato a livello nazionale e, forse anche per questo, non ancora a guidare la Serie A, ha espresso subito il proprio rammarico per al retrocessione del Verona. «Sono immensamente dispiaciuto» ha commentato il presidente Abodi, «soprattutto perchè conosco città, tifoseria e società. Non me l’aspettavo. Credetemi è così, è una rara eccezione che faccio, visto che come dirigente della B dovrei essere felice di riavere ancora l’Hellas con noi…».Abodi, perché questa retrocessione?«Perchè per moltissime squadre è un qualcosa di fisiologico, lo indica la stessa storia del club. Quando sbagli la gestione sportiva, quindi le persone, si producono degli effetti negativi. Nel calcio il prezzo lo paghi sempre. Credo che però, una volta digerita la delusione, la serie B possa avere anche un effetto benefico. Bagno di umiltà e via per ripartire nel modo giusto».Che Verona ritrova?«Mi permetta di ricordare l’ Hellas che avevo conosciuto. Inanzitutto un uomo appassionato come Giovanni Martinelli, che ha dato davvero tutto quello che poteva dare ai colori gialloblù. Una città fantastica, una grande pubblico con senso civico e sportivo e poi un club che resta solido».Ha gia parlato con Setti?«Sì, proprio la settimana scorsa e l’ho anche incontrato di recente. Devo dire che una telefonata ogni tanto anche negl’anni della serie A, ci stava sempre fra noi. Abbiamo un buon rapporto».Si è fatta un po’ di confusione sul paracadute…«A Verona non so come l’abbiamo presa i tifosi, ma la questione è chiara. In Italia bisogna migliorare la relazione complessiva tra le due leghe. Negli altri Paesi c’è maggior collaborazione anche dal punto di vista economico tra Prima e Seconda Divisione. Pur vivendo nello stesso palazzo la Serie A e la Serie B non hanno un rapporto strutturato. Troppe leghe da noi e troppi divari, quindi servirebbe una sistema calcio più snello con al massimo due associazioni. Si disperdono energie e soldi. Il paracadute è un aiuto minimo per chi retrocede, visto che a chi capita comporta effetti traumatici. Nel caso dell’Hellas contano tutti i parametri dei quali parlavamo prima, bacino d’utenza, storia e altro ancora».Che campionato cadetto invece ritrova il Verona?«Più maturo, senza dubbio, rispetto a quello che aveva lasciato tre anni fa. Ogni anno abbiamo cercato di aggiungere qualcosa dal punto di vista dell’impegno, chiaro abbiamo avuto qualche incidente di percorso, ma ci sta. È una serie B più robusta dal punto di vista finanziario, con un marchio e quindi con le partite vendute nei cinque continenti. Abbiamo triplicato il fatturato, stabilito il tetto salariale ed incentivato il settore giovanile. Il rapporto tra costi e ricavi è passato dal 55 al 65 per cento. Abbiamo avuto un maggior numero di ricavi. Quando il Verona di Mandorlini era in B, dalle tv arrivavano meno di 8 milioni, oggi ne arrivano ben 22. In più tutti i club hanno limitato l’indebitamento con l’Erario. Siamo sulla strada giusta».Sono aumentate anche le presenze negli stadi?«Sì e di questo dato sono molto fiero. In momento di crisi generale, siamo riusciti in questi a portare un incremento del 24,5 per cento. Anche da questo punto di vista stiamo raccogliendo i frutti del lavoro di tutti».E l’anno prossimo…«Possiamo migliorare i play off nel segno dell’equilibrio come introdurre la regola per cui il gol segnato in trasferta vale doppio in caso di parità. Un altro mio sogno sarebbe la finalissima in gara unica, magari a Roma, sul modello della Championship inglese. Dovrebbe rimanere immutato il perimetro play off, che permette la partecipazione alla post season solo alle squadre, fino all’ottava, che sono a un massimo di 14 punti dalla terza. La certezza della formula si avrà solo a fino agosto, quando la Federazione ratificherà le richieste della Lega. L’anno prossimo avremo anche una classe arbitrale con un anno di esperienza, quindi più matura ed in più e vigileremo affinchè non avvenga un altro caso Lanciano».Abodi,ritroverà il Bentegodi. Che effetto le farà?«L’ho visto anche quest’anno con la squadra che in pratica è sempre rimasta all’ultimo posto. L’ho detto prima un pubblico civile e competente, ma soprattutto legatissimo alla squadra. Sarà favoloso, perdiamo da questo punto di vista Cagliari, anche se la piazza più numerosa quest’anno è stata Bari con una media di oltre ventimila spettatori a partita».Torniamo al Verona, Toni dirigente?«Beh, non posso che essere felice che un campione come Toni decida di restare nel nostro, ma soprattutto nel suo mondo. Sarà sicuramente un valore aggiunto per tutto il club. Ripeto non mi sono mai disinteressato dell’Hellas, perchè Setti è un presidente che stimo.La società è sana ed è chiaro che ora vi sia un risanamento, lo impone la categoria e le regole della stessa».Campionato che resta difficile…«Molto ed anche tecnico. Pensate che mi facevano notare che alcuni giocatori che si stanno giocando l’Europeo, erano passati da noi. Il nostro azzurro Florenzi che giocava nel Crotone, Seferovic del Novara e della Svizzera e Garics dell’Austria che giocò nel Bologna e nel Napoli quando erano in B. Sono solo i primi nomi che mi sono venuti in mente. Non c’è solo agonismo in serie B, ma anche qualità. È un torneo completo».
(Fonte: L’Arena)