Macigni veri e propri. Non sarà un’estate facile per Filippo Fusco, alle prese con scenari anomali e la gestione parecchio complicata del trasloco dal piano superiore a quello inferiore di giocatori ad alto peso specifico ma anche con contratti parecchio pesanti. Il Verona ha le mani legate alla voce acquisti, almeno fin quando non riuscirà ad alleggerirsi di ingaggi insostenibili per una società di B ma anche per parecchie di A. Non a caso, per ora, il telefono del diesse è rimasto in silenzio. Nessuna chiamata e nessuna trattativa veramente avviata.CASO ROMULO. Il paradosso è Romulo, sulla carta centrocampista di livello europeo ma nella sostanza solo uno dei tanti. L’estate scorsa nessuno si è ricordato di lui, del tuttofare pronto ad andare ai Mondiali del Brasile e con un futuro alla Juve già in tasca. Fusco ha ribadito come Romulo sia ormai perfettamente recuperato dopo infiniti guai fisici, prima condizione per metterlo in vendita con credenziali almeno accettabili. Romulo, in scadenza a giugno del 2017, di fatto da due anni non dà notizie di sé. Troppi per un mercato ormai spietato e rose ristrette. Presto Fusco parlerà con Alex Firmino, l’agente di Romulo. La soluzione è ancora lontana.INCOGNITA PAZZINI. Per Fusco l’attaccante numero uno dell’Hellas è Giampaolo Pazzini. In teoria è così, la realtà racconta invece di un ingaggio sostanzioso, al livello di quello di Romulo, lontano dai criteri del nuovo piano economico dell’Hellas ed un quadro tecnico inimmaginabile per un giocatore che a nemmeno 32 anni si ritrova in Serie B dopo essere passato da Inter e Milan. Il suo contratto con l’Hellas scade quando Pazzini di anni ne avrà quasi 36, cinque in tutto per spalmare la richiesta di chi a Verona è arrivato a parametro zero ed ha potuto così inevitabilmente forzare la mano sull’ingaggio. Il suo valore non è in discussione, ma i sei gol all’Hellas sono il suo massimo nelle ultime tre stagioni. E il contratto lungo non è certo un assist comodo da raccogliere per chi vorrà prenderlo. A meno che Pazzini non decida di scendere a compromessi, accettare di guadagnare meno e diventare la prima pietra del prossimo Hellas. ENIGMA VIVIANI. Il Verona non vuole mezze misure nelle formule delle cessioni dei suoi big. Esclusi, per ora, i prestiti secchi ma anche i diritti di riscatto. Il discorso vale pure per Federico Viviani, che non avrebbe voglia di scendere di categoria. Di registi come lui non ce ne sono molti, ma per lui l’Hellas ha speso quattro milioni facendogli firmare un contratto fino al 2020. I suoi agenti hanno già fatto intendere come la sua permanenza all’Hellas sia difficile. In questi casi la volontà del giocatore ha parecchio peso, ma chi vuole acquistare Viviani dovrà sempre passare dal Verona. E finora nessuno l’ha fatto realmente.FRA JANKOVIC E GRECO. Non facile nemmeno la gestione di Bosko Jankovic, in scadenza nel 2017 e con quotazioni nettamente in discesa dopo i mesi con Delneri. Jankovic è una delle tante situazioni-limite del Verona, in carriera mai sceso dalla massima serie. Al di là del suo curriculum, a 32 anni, Jankovic resta un profilo non facile da piazzare, specie dopo una stagione negativa. Il Verona ha ereditato dal Genoa anche il sostanzioso ingaggio di Leo Greco, comunque utilissimo quando l’Hellas ha dovuto fare i conti con i tanti problemi dei centrocampisti. A bocce ferme e con ingaggi necessariamente da tarare al ribasso anche la sua situazione va affrontata al più presto. PORTA STREGATA. Il Cagliari non ha ancora comunicato al Verona se riscatterà Rafael. Ipotesi difficile, come per ogni giocatore all’ultimo anno di contratto. Improbabile anche che il Verona decida di riaccogliere Rafael, molto più semplice e anche logica la scelta di puntare su Nicolas, a 28 anni maturo per essere protagonista con la maglia dell’Hellas e con un ingaggio decisamente più sostenibile di quello dell’ormai trentaquattrenne Rafael a cui andrà trovata una sistemazione. Altro capitolo delicato per Fusco.
(Fonte: L’Arena)