La faccia da gol ce l’ha. Simone Andrea Ganz è ancora distante dai 130 segnati in carriera da papà Maurizio, ma a 22 anni è sulla buona strada. Trentuno negli ultimi due campionati al Como, una caterva nelle giovanili del Milan, cartellino di proprietà della Juventus. Il Verona ce l’ha in mano, insieme ad alternative che è sempre bene avere in tasca perché col mercato di mezzo non si sa mai. Sedici gol nell’ultimo campionato, con l’ultimo posto in B ed una retrocessione amarissima da digerire. Quindici l’anno prima, promosso dopo playoff di Lega Pro che Ganz ha dominato. Due guizzi contro il Benevento, uno col Matera, più quello del 2-0 al Bassano nella finale d’andata che di Ganz dice molto.Al posto giusto con largo anticipo su tutti gli altri dopo il palo colpito dall’amico Defendi, quando non era esattamente facilissimo capire un paio di secondi prima dove sarebbe finito il pallone. Opportunista Ganz, ma non solo. A Como l’hanno impiegato da prima punta, ma il meglio lo regala quando può spaziare su tutto il fronte. Ideale spalla di Pazzini ma anche il suo perfetto sostituto all’occorrenza, come ha fatto vedere in 35 presenze di Serie B ed in una classifica dei cannonieri in cui l’hanno preceduto solo Lapadula a Pescara, Cacia ad Ascoli e Caputo all’Entella. VITA DA BOMBER. Ganz ha scelto ad un certo punto di staccarsi dal Milan, dopo anni di Primavera in cui i gol erano molto vicini al numero di presenze. Anche 25 in 26 partite nel 2013, biglietto da visita presentato al Como che l’ha vincolato con un biennale. Sempre sotto lo sguardo del padre, uno che ha sempre vissuto in Serie A dividendosi anche fra Inter e Milan quando suo figlio era un bambino. Il Como, che un talento così non lo vedeva da un pezzo, se l’è però lasciato sfuggire ingenuamente. Senza proporgli un nuovo contratto e lasciandolo andare in scadenza. Manna dal cielo per la Juventus, sempre rapace nell’assicurarsi giocatori di valore, per di più a costo zero. Anche giovani, ma non più giovanissimi, come Ganz. Il 21 settembre di anni Ganz ne compirà 23, nato a Genova perché all’epoca il papà giocava nella Samp con Mancini, Gullit e Jugovic.QUA LA MANO. La Juve cerca un partner fidato a cui affidarlo, il Verona voleva un giocatore che conoscesse bene la Serie B e con parecchi gol nel motore. L’incrocio perfetto fra domanda e offerta, in attesa di trovare la formula giusta che permetta all’Hellas di vedere Ganz non solo come un pacco postale da rispedire al mittente a maggio dell’anno prossimo senza nulla in cambio. L’Hellas proverà a strappare il diritto di riscatto, superando il primo livello del prestito secco. Sa già tutto Ganz, che attende soltanto di metterci una firma e fare le valigie. L’operazione è solo parallela ma non intrecciata a quella legata ad Artur Ionita, che oltre alla Juve piace anche e soprattutto a Napoli e Bologna.SEMPRE AL MASSIMO. La forza di Ganz? La normalità. A Como hanno sempre avuto a che fare con un ragazzo posato, al posto giusto anche lontano dal campo dove arriva sempre in anticipo per completare con qualche esercizio in palestra il lavoro nell’allenamento immediatamente successivo con la squadra. «Se gli chiedi di fare cento state sicuri che lui farà 101», assicura Fabrizio Paese, a Como preparatore dei portieri come lo fu nello staff di Malesani anche con Chievo, Verona, Parma, Fiorentina. Il suo piede forte è il destro, ma Ganz sa usare discretamente anche il sinistro. Di gol ne ha segnati pure di testa, nonostante non vada oltre il metro e settantacinque. Questione di tempismo, quello che gli permette di rubare l’attimo anche a difensori di maggior stazza. Ganz ci sa fare anche lontano dall’area. Non è l’attaccante che parte da lontano, incisivo soprattutto dalle trequarti in su grazie ad velocità e capacità di saltare l’uomo che ne hanno col tempo arricchito il bagaglio tecnico. Solido di testa, per tutti in grado di sostenere il salto dalla placida Como alla tumultuosa Verona.