I suoi pensieri attraversano l’oceano e arrivano a Verona in un attimo. Martins Adailton non ha più in tasca il perfetto manuale della Serie B, dimenticato in qualche angolo di Bologna dove ottenne la seconda promozione di fila dopo quella col Genoa di Gasperini. In Brasile la sua vita scorre lenta, molto diversa dai tempi di Verona e dalla frenesia che l’avvolgeva in piazze che han sempre fatto molta fatica a restare per più di uno o due anni alla periferia del calcio. A Genova era così, al Bologna anche. Il parallelo nella sua testa viene spontaneo immaginando la stagione che aspetta l’Hellas, per l’Italia intera la prima candidata a tornare subito là in alto. Tutto fumo negli occhi, la realtà del campo è invece parecchio diversa. «Per le grandi favorite la Serie B di adesso è molto più difficile rispetto ai miei tempi», l’avvertimento di Adailton, quarto miglior marcatore della storia dell’Hellas, 52 gol in tutto di cui 38 segnati proprio in B, categoria sempre da prendere con le pinze. Soprattutto adesso.VALORI SOTTILI. La verità di Adailton è presto detta. «Una volta il livello era più alto, c’erano giocatori migliori ed un tasso tecnico diverso. Basta rileggere i nomi. Un’ottima squadra con una città di grandi tradizioni alle spalle in un modo o nell’altro il campionato lo vinceva», la convinzione di Adailton, che nel 2007 col Genoa si prese la Serie A insieme alla Juventus ed al Napoli e l’anno dopo arrivando secondo col Bologna ad un punto del fortissimo Chievo di Beppe Iachini. «Adesso la situazione è molto diversa, è vero che negli ultimi anni ci sono state le sorprese ma questo succede anche perché il calcio si è livellato di molto. L’asticella è comunque più bassa, quindi da una parte è più semplice sentirsi forti e dall’altra è più agevole per quelle di fascia media o le matricole accorciare la distanza con la parte alta della classifica. Anche se in fondo una sorpresa in Serie B tutti devono metterla in preventivo», continua Adailton, ora trentanovenne, pronto a cominciare la carriera da allenatore dopo aver indirizzato alla Juventude, la sua prima squadra da ragazzino, le ultime punizioni col suo sinistro all’incrocio, dove s’è ritirato dopo una vita in Europa passata anche da Parma e Paris Saint Germain.NON SOLO GOL. Sa tutto Adailton del Verona. «Ho visto di Pecchia, lo ricordo da avversario. Ci ho giocato contro tante volte. Aveva belle qualità, credo farà di tutto per confermarle anche in panchina», l’auspicio di Adailton, che sta seguendo di tanto in tanto anche il mercato. «Pazzini è rimasto, un vantaggio sicuro per l’Hellas. Lui è un grande attaccante, sa come si fa gol in Serie A ed in B non è molto diverso. La strada della porta avversaria è sempre la stessa. Diverso» avverte Adailton «dovrà essere il suo modo di interpretare le partite e l’atteggiamento che certamente capirà già dopo le prime giornate. Da giocatore di ottimo livello quale è sempre stato saprà come calarsi in fretta nella nuova realtà». Per il resto le precauzioni sono quelle di sempre, quelle scritte nel famoso libricino del perfetto giocatore da Serie B che lui ha imparato a memoria ben presto, come possono testimoniare le sue 172 presenze e i 57 gol.CARATTERE E BLASONE. Adailton torna indietro con la memoria e rispolvera vecchi ricordi: «Il campionato è lungo e questo vuol dire che oltre ai valori tecnici devi avere giocatori sani e con una buona tenuta fisica. Puoi essere anche il più bravo di tutti ma devi correre molto e soprattutto metterti in testa che tutto si deciderà comunque nelle ultimissime giornate. Per me è stato così col Genoa ma anche col Bologna. Vince chi sa giocare di fino ma vince soprattutto chi ha carattere». L’ultimo assist è un mix fra passione per una maglia che sente ancora sua e la razionalità di chi ne ha viste tante su quei campi: «Il Verona avrà dalla sua parte certamente il valore della rosa ma dovrà far pesare anche la forza della maglia. Questa è una convinzione che mi sono sempre portato dietro, dall’Hellas ma anche per quello che mi hanno insegnato le esperienze successive con Genoa e Bologna. In Serie B questo può avere la sua incidenza, anche se il rovescio della medaglia è che tutti contro l’Hellas cercheranno la partita della vita e raddoppieranno gli sforzi. Ci sta che sia così, tuttavia una grande squadra deve mettere in preventivo anche che i suoi avversari la guarderanno ogni sabato con occhi particolari. La pressione ci sarà per forza, per questo il Verona dovrà imparare a conviverci il prima possibile».Ma la pressione è già stata messa in preventivo. E l’Hellas di Pecchia non può permettersi di avere paura. Di niente e di nessuno.
(Fonte: L’Arena)