Il debutto in campionato con il Latina, quello in Coppa Italia con il Foggia. Il passato e il presente di Fabio Pecchia si rincorrono nella testa del mister gialloblù. Un mix di sensazioni forti per l’esordio al Bentegodi del nuovo Hellas. «Sono contento di iniziare in casa – ammette il tecnico del Verona -. Dobbiamo essere concentrati e pensare esclusivamente a quella che sarà la partita con il Foggia, perché è il nostro esordio. Per il campionato c’è tempo. Ho tanta voglia di cominciare, tutti non vedono l’ora. È quasi un mese che lavoriamo insieme, alla fine quello che conta è la gara ufficiale. Abbiamo lavorato bene, con il gruppo, che è stato praticamente al completo salvo rarissime eccezioni, e che ci ha permesso di mettere i carichi giusti, di creare la giusta mentalità. Non voglio sentir parlare di paura, siamo consapevoli di dover affrontare e superare delle difficoltà ma non ci tiriamo indietro. Solo una nota stonata, arriviamo alla prima gara ufficiale con pochi test importanti nelle gambe. È saltata l’amichevole con il Panetolikos e questo ci ha fatto rivedere tutti i nostri programmi di organizzazione. E poi c’era in programma la presentazione e la possibilità di allenarci al Bentegodi. C’è qualche incognita, quindi, sulla tenuta nella gara».Questa mattina tutti in campo per un «risveglio» atletico, poche ore prima della gara. Una consuetudine che Pecchia potrebbe applicare anche durante il campionato, soprattutto quando si giocherà in casa. «Una giornata è lunga da far passare – sottolinea – non li voglio spremere certo come limoni ma qualcosa possiamo fare. Siamo al completo, si è allenato anche Souprayen. Anche oggi farò delle valutazioni sulle condizioni dei giocatori in generale. Ci sono tante opzioni e soluzioni in rosa, che ci permetteranno di adattarci alla gara e all’avversario. Come terzino sinistro, oltre a Souprayen, posso contare su Romulo o Fares, questo mi lascia tranquillo. Come stiamo fisicamente? Difficile fare una percentuale, visto il periodo, ma diciamo sessanta per cento. Ma conto molto sull’atteggiamento, sulla mentalità, dobbiamo già essere al massimo. Il primo passo dobbiamo farlo noi, riconquistare il Bentegodi, riconquistare il nostro pubblico. Visto che è saltata la presentazione ufficiale, la nostra presentazione sarà domani». Non sono stati fatti grandi movimenti in estate ma bisogna dare comunque un’identità alla squadra. «Sono contento di chi è arrivato dal mercato, tutti hanno lavorato alla grandissima, vecchi e nuovi. Quello che succederà da qui alla fine del mercato lo vedremo, gli obiettivi sono chiari e c’è fiducia assoluta. Tutte le mie valutazioni sulla gara di Coppa non terranno conto del mercato, saranno riferite solo al Foggia». Un esame importante per il tecnico e per la squadra. «Partiamo da un’identità ben precisa – ammette – . Vogliamo abbracciare i tifosi, avere il giusto atteggiamento nei confronti dell’ambiente. Poi le squadre si costruiscono nel tempo, cercheremo di crescere di partita in partita. Vogliamo avere equilibrio e giocare per vincere. Non sono fissato sul modulo, la squadra deve avere un’identità sempre e contro chiunque. Pazzini e Ganz insieme? Nessun pregiudizio. Non ho ancora deciso la formazione titolare ma ho un’idea in testa, ogni allenamento può influenzare lo schieramento iniziale, quindi anche nell’ultima seduta valuterò tutte le condizioni della squadra. Sono sicuro che il nostro pubblico sarà numeroso e noi dovremo abbracciarlo nel migliore dei modi». A Foggia Pecchia ha chiuso la carriera da giocatore e iniziato quella di allenatore, come vice di Porta. «Sono stato per due anni e mezzo a Foggia – racconta -. La città è molto passionale, lì è nata anche la mia terza figlia. Sarò emozionato, certo, ma tutto svanirà al fischio d’inizio. Conosco bene la mentalità, il tifo, la squadra in questi ultimi anni ha fatto molto bene, vanno fatti i complimenti a De Zerbi. Nemmeno mi sembra di parlare di una squadra di Lega Pro, anche lo scorso hanno ha sfiorato la Serie B. Il Foggia ha entusiasmo, come lo scorso anno, non rinunceranno in partenza e verranno qui per giocarsela».
(Fonte: L’Arena)