• 27 Ottobre 2025

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Inter-Udinese e quei 22 stranieri in campo. Giaretta: “Cosa normalissima, gli italiani costano troppo…”

Non si torna indietro. La presenza di ventidue stranieri in campo al fischio d’inizio di Inter-Udinese ha fatto scalpore, ma in realtà sono anni che a Udine lo zoccolo duro degli italiani si va assottigliando e siccome i regolamenti lo consentono, il club bianconero non intende cambiare filosofia. A ribadirlo è il direttore sportivo Cristiano Giaretta che poi si addentra nei particolari spiegando quello che dice il regolamento. «Dallo scorso anno le rose sono composte da 25 giocatori, 17 e non uno di più, possono essere di formazione straniera, gli altri 8 devono essere italiani, ma non è un obbligo averne otto. Il tesseramento degli Under 21, invece, è libero». Insomma, paradossalmente un club di A quest’anno poteva essere composto da venticinque tedeschi classe ’94. Nell’Udinese di quest’anno i giocatori con preparazione italiana erano sei: Pasquale, Domizzi, Di Natale, Lodi, Felipe e Merkel. Gli Under 21 erano Meret, Fernandes, Perica, Evangelista, Camigliano, gli ultimi due sono stati ceduti a gennaio e sono stati tesserati Iniguez e Balic. I giocatori di formazione straniera sono esattamente 17. Il prossimo anno il regolamento subirà una leggera modifica: tra gli otto giocatori di formazione italiana ce ne dovranno essere quattro che escono dal vivaio del club. «Non abbiamo ancora deciso quali saranno», fa sapere Giaretta. Considerando che Di Natale, Domizzi e Pasquale sono in scadenza di contratto, qualcosa i Pozzo dovranno fare. Giaretta, invece, si sofferma sull’eco mediatico che ha avuto la presenza di 22 titolari in Inter-Udinese. «La considero una sciocchezza – le parole del dirigente bianconero –, la trovo una cosa normalissima. É il mercato che ti porta a fare questo tipo di scelte, i costi dei giocatori italiani sono proibitivi e poi la scelta sul mercato estero è inevitabilmente molto più ampia. Per quanto riguarda i vivai si dovrebbe aprile un capitolo molto ampio: un settore giovanile come si deve si fa fatica a sostenerlo perchè mancano le strutture per far allenare i ragazzi».

(Fonte: Messaggero Veneto)

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