• 28 Dicembre 2025

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Vicenza, Pastorelli: “Sono come una murena, se addento la presa non la mollo più. E la serie A…”

Prima intervista da presidente del Vicenza di Alfredo Pastorelli che mostra subito di che pasta è fatto e spiega cosa ci si deve aspettare da lui che non teme a definirsi come una murena: «quando addento la presa – dice – non la mollo più». A mente fredda la nomina a massimo dirigente della società biancorossa le ha dato più gioie o preoccupazioni? “Preoccupazione no, gioia sì e consapevolezza che ci vorrà grande impegno”. Se l’è mai detto: ma chi me lo ha fatto fare ad entrare in questa avventura? “Sì, circa quattro mesi fa”. Come mai? “In classifica il Vicenza era in zona pericolosissima e avevo espresso le mie perplessità sul tecnico Marino, ma non venivo ascoltato”. Il momento più delicato della sua presidenza di Vi.Fin.? “Quando sono riuscito a prendere visione dei contratti dell’ultimo anno dei calciatori, dire che sono rimasto esterrefatto è ancora poco”. Come mai? “Certo gli stipendi li pagavamo già noi di Vi.Fin. ma pensavo che la cifra totale fosse spalmata su tutta la rosa non certo solo su pochi giocatori”. C’è qualcosa che non rifarebbe? “Fidarmi di alcune persone, ma non mi chieda i nomi”. Uno dei primi problemi che dovrà risolvere è il contratto che ancora lega il tecnico Marino al Vicenza. “Un costo assurdo, ben 1 milione e 200 mila per lui e il suo staff anche per il prossimo anno, vedremo se c’è la possibilità di trovare una soluzione amichevole”. Breve tuffo nel passato: qual è stata la prima partita che ha visto del Vicenza? “Ero arrivato in città nel dicembre del ’77 e l’8 gennaio del ’78 andai a vedere Lanerossi-Napoli, finì 0-0, però devo ammettere che io sono soprattutto uno sportivo più che un tifoso, mi emoziono di più a vedere una partita di ragazzi che di Champions”. Giulio Savoini è un grande del passato biancorosso, i tifosi hanno chiesto che gli venga intitolata la tribuna centrale. “Onestamente in questi mesi ho dovuto dedicarmi a situazioni molto complesse e che richiedevano soluzioni urgenti”. Lunedì quando c’è stato il passaggio di proprietà da Finalfa a Vi.Fin. cosa si è detto con Sergio Cassingena? “Niente di che, è un capitolo chiuso”. Appena eletto presidente ha dichiarato: andrò in sede tutti i giorni. È una minaccia? “Ma no, è solo un avvertimento, della serie: tutti dovranno fare il loro lavoro con il massimo dell’impegno. Di certo sono un “crostino” duro da mangiare e da digerire”. Ha anche detto: si riparte da Brighenti e Giacomelli. “Sono a Vicenza ormai da quattro anni e rispecchiano l’attaccamento verso i colori biancorossi, però non è detto che oltre a loro non ce ne siano altri”. La conferma del tecnico Lerda quanto è stata importante? “Per i programmi della società è fondamentale”. E quali sono i programmi? “Il prossimo campionato dovrà essere di assestamento, poi il tentativo sarà di puntare al vertice della classifica”. Il nuovo diesse Antonio Tesoro ha dichiarato al nostro giornale che gli avete dato un terzo del budget della passata stagione, davvero crede potrà fare bene con risorse così limitate? “Per la precisione è un 40 per cento, poi sì, sono convinto si possa fare bene, anche perché lo ripeto nel prossimo campionato dovremo assestarci. Risanare la società è il primo obiettivo, così come non ho nessun problema a dire che se ci sarà da investire su un giocatore in grado di fare davvero la differenza non ci tireremo indietro, ma follie non se ne faranno più”. Questione di settimane ed entrerà in società anche Savino Tesoro, papà di Antonio. Pure lui ha un carattere assai forte, non teme che la convivenza possa essere difficile tra voi due? “Certo al cento per cento ancora non lo è, diciamo che ci sono molte probabilità, per il resto devo dirle che anzi andiamo d’accordo, ma proprio perché abbiamo un carattere simile. Ad entrambi non piacciono le mezze misure, siamo per la chiarezza estrema anche quando è dura”. Conosce il presidente della Lega di serie B Andrea Abodi? “No, fino ad ora non ne ho avuto ancora l’occasione ma presto ci sarà, invece conosco il direttore generale della serie cadetta Paolo Bedin che martedì sera, subito dopo la mia elezione a presidente del Vicenza mi ha telefonato per farmi le congratulazioni”. Ha un modello di riferimento tra i presidenti di serie A e di serie B? “No, ma anche perché fino a poco tempo fa non sapevo che sarei diventato presidente del Vicenza, invece una cosa la so per certo: voglio che il nostro club diventi un modello di riferimento”. Da quella prima partita vista nel gennaio 1978 sono passati ben 38 anni… “E sa una cosa? Proprio poco tempo fa la mia ex moglie Carla, mamma di mio figlio Nicola, mi ha ricordato che dopo aver visto quella partita del Lane le dissi: eppure prima o poi io lo comprerò! A ripensarci ora mi sembra davvero un segno del destino”. Si è dato un limite di tempo per salire in serie A? “No, però io sono come le murene se addento una presa non la mollo più, nel mio vocabolario non c’è la parola desistere, se mi metto in testa una cosa prima o poi ci arrivo”. I tifosi biancorossi oggi sono in festa, felici del cambio di proprietà, ma lei sa bene che se non arriveranno i risultati scatterà anche per voi la contestazione. “Certo che lo so e posso anche capirli però una cosa è certa: i soldi non vanno in campo. Nel calcio pensi di costruire una squadra forte e poi va a finire come il Livorno di quest’anno! Perché arrivino i risultati devono trovarsi in sintonia più componenti, ecco diciamo che noi siamo sulla buona strada: ora la società c’è, così come l’allenatore, c’è pure il diesse ed è a lui che spetta la parte tecnica non certo a me”.

(Fonte: Giornale di Vicenza)

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