Dare circa 2 milioni e 300 mila euro alla lega Pro? Il Vicenza non ci pensa proprio e anzi ritiene il ricorso fatto dal presidente Gabriele Gravina al Collegio di garanzia dello sport del Coni inammissibile. La discussione della vertenza è prevista il 26 luglio a Roma davanti l’Alta corte di giustizia, ma da giorni l’avvocato Gian Luigi Polato, che è nel cda del club proprio con la delega agli affari legali, è al lavoro, con il collega Massimo Diana dello studio Rigo, per presentare la memoria difensiva della società biancorossa. La richiesta del presidente Gravina ha radici ormai datate, perchè si riferisce al ripescaggio ottenuto dal Vicenza il 29 agosto 2014 dopo che il campo lo aveva invece condannato alla permanenza in Lega Pro. Ed è meglio ricordare la normativa che vide appunto il Vicenza chiamato in giudizio il 29 luglio 2015 davanti al tribunale federale sezione vertenze economiche di Roma. Quando un club viene promosso in serie B ha il dovere della mutualità che nel caso della prima classificata è di 516 mila euro e di 774 mila euro per la seconda. Da subito l’avvocato Gian Luigi Polato, allora anche presidente del club di via Schio, fece presente che la richiesta era assurda in quanto la promozione del Vicenza purtroppo non era avvenuta sul campo, ma solo grazie ad una procedura extra sportiva che aveva preso il via dal fallimento del Siena e dal ricorso del Novara. Non solo: l’avvocato Polato fece presente che la sezione vertenze economiche era incompetente a prendere una tale decisione in quanto tale sezione interviene nei rapporti tra società e tra giocatori e società. Il 30 luglio del 2015 la tesi fu accolta e la partita pareva avviata alla chiusura. Invece no: il 29 giugno scorso il presidente Gabriele Gravina ha fatto ricorso al Collegio di garanzia dello sport del Coni e anzi non solo ha chiesto i 774 mila euro di allora, ma pure quelli relativi all’anno successivo e a quello che partirà tra breve più gli interessi di mora. Totale: circa 2 milioni e 300 mila euro. Cifra da far tremare i polsi. Non quelli dell’avvocato Polato che in questi giorni ha steso la memoria difensiva: «Intanto non me l’aspettavo propri – racconta il dirigente biancorosso – perchè c’era stata una sentenza di incompetenza e poi mai avuto nel frattempo una richiesta per sollecitare il pagamento che si riferisce in parte a due stagioni già chiuse».Come reputa tale richiesta?«Inammissibile dal momento che ogni provvedimento deve essere impugnato entro 30 giorni e mi pare che, comunque si voglia iniziare a conteggiarli, siano ampiamente superati».Nella memoria difensiva che depositerete oggi puntate anche sul merito della richiesta?«Senza dubbio, all’epoca non c’era nessuna norma che prevedesse il pagamento di una mutualità a favore della Lega Pro per quanto concerneva le società ripescate, cioè la situazione nella quale era venuto a trovarsi il Vicenza, ripeto: non promosso sul campo, ma per vicende extra sportive. Questo è così vero che proprio dopo la vicenda che ci vide ricorrere contro la richiesta del pagamento della mutualità, la Lega Pro ha inserito una normativa stante la quale si può concorrere ad un eventuale ripescaggio solo attraverso il pagamento di un cospicuo importo».Cosa la fa più arrabbiare di questa vicenda?«Il ragionamento aberrante che sta alla base di tutto perchè la Lega Pro i soldi della mutualità dalle quattro squadre promosse in serie B, due per ogni girone, li ha presi, dunque non ha avuto entrate minori, anzi se venisse riconosciuto che pure il Vicenza deve pagare la mutualità si definirebbe un indebito arricchimento della Lega Pro che ha già ottenuto quanto programmato finanziariamente».Ottimista o pessimista?««Stabilito che ogni causa ha il suo destino, di fondo anche stavolta sono ottimista».
(Fonte: Giornale di Vicenza)