Che l’Udinese l’abbia combinata grossa – in senso buono – domenica lo si capisce sin dal mattino del giorno dopo quando il nuovo allenatore bianconero Gigi De Canio è ospite dei microfoni della trasmissione “Radio Anch’io Sport” su RadioUno. Il tecnico lucano cerca di spiegare come sia riuscito a trasformare l’Udinese in così poco tempo. «La voglia di stupire è sempre stata il biglietto da visita di questa squadra – spiega De Canio – e io ho solamente cercato di stimolare in questo senso i miei giocatori. Una squadra in crisi di risultati è evidentemente depressa e la voce di un nuovo allenatore può avere maggiore rilevanza. Ho cercato di creare un clima di fiducia, di stuzzicare il loro orgoglio ricordando che molti di loro erano stati protagonisti di imprese con questa squadra. Dal punto di vista tattico, invece, in tre settimane si è potuto fare poco». De Canio, però, ha voluto giustamente sottolineare, viste le lamentele di Sarri, che anche l’Udinese ha avuto poco tempo per preparare al completo la sfida di domenica: «Ho avuto per tre allenamenti la squadra al completo perchè anche noi abbiamo dovuto fare a meno di una decina di nazionali». Il fatto di aver avuto la possibilità di vedere da vicino il Napoli, visto che ha casa a Vico Equense, lo ha relativamente aiutato. «Puoi studiare un avversario quanto vuoi – la replica del Deca – ma poi in campo vince chi riesce a mettere in pratica le cose che sa fare meglio. Noi abbiamo cercato di essere aggressivi in fase di non possesso e compatti quando dovevamo arretrare, ma senza mai perdere la fiducia nel tentare di andare a fare gol». Inevitabili anche un paio di riflessioni su Higuain e il Napoli. «Io non credo che la squadra di Sarri abbia avvertito una pressione particolare, mi sembra piuttosto giusto mettere anche in evidenza i meriti della mia squadra che da subito è stata ferocemente concentrata e attenta». Poi sul Pipita: «Lui è un giocatore istintivo, in campo è sempre un po’ teso. Si rendeva conto che stava perdendo la partita e si è innervosito un po’ più del solito».
(Fonte: Messaggero Veneto)