A Pordenone ci tornerebbe «volentieri, perché sono stato bene». Però adesso è un giocatore della FeralpiSalò e chiede strada alla sua ex: «Mi spiace per i neroverdi, ma voglio batterli per inseguire l’obiettivo play-off». Federico Maracchi, centrocampista dei gardesani e triestino di nascita, carica la sfida del Bottecchia, in programma sabato alle 17.30. In tribuna ci saranno tanti suoi amici, che dal capoluogo giuliano saliranno in via Stadio per sostenerlo come facevano la scorsa stagione, quando è stato il migliore dei ramarri. Diciamolo subito Maracchi: la gara di Pordenone non sarà come le altre. «No, assolutamente. Tornare al Bottecchia per me sarà una grande emozione. L’ultima volta è stata l’andata dei play-out col Monza, di fatto la partita che ci ha spedito in serie D. Prima ancora la partita con l’Albinoleffe, che ci aveva dato gli spareggi. Che emozione quel pomeriggio…». La partita decisa dal suo gol, un intero stadio per lei: indimenticabile. «Una delle gioie più belle, intense, della mia carriera. Era la summa di un percorso, che speravamo culminasse con la salvezza. Peccato. Ma non cancello i mesi prima, stupendi, con mister Rossitto primo artefice di quel miracolo: ci ha unito e dato un’identità. Se fossimo rimasti in Lega Pro non me ne sarei andato». A proposito: tanti avrebbero voluto rimanesse. Alla luce di questo, che accoglienza si aspetta dal popolo neroverde? «Spero positiva. Ho scelto la Feralpi in un momento in cui non si sapeva ancora quante chance aveva il Pordenone di essere ripescato. In più ho accettato un’offerta a cui non si poteva dire di no. Spero che la gente abbia capito i motivi del mio addio». Ma se i “ramarri” dovessero richiamarla? «Ho ancora un anno di contratto con la Feralpi e spero di onorarlo. A ogni modo, ascolterei la loro proposta: mai dire mai. E a me farebbe piacere tornare perché, ripeto, a Pordenone sono stato benissimo. Sono stato protagonista e ho sentito l’affetto della gente. Dovrei parlare con Lovisa, è da giugno scorso che non lo sento (sorride, ndr)». Intanto proverà a batterlo, sabato. «E’ necessario. Le nostre speranze playoff passano dal Bottecchia. Non abbiamo altri risultati se non il successo. Se perdiamo o pareggiamo usciamo dai giochi. Sarà dura, perché abbiamo tre squalificati, ma daremo tutto. Siamo una squadra forte, ce la possiamo fare. Se segno? No, non credo che potrei esultare…». Ultima domanda: ma si aspettava di vedere i neroverdi sopra la Feralpi? «No, sono sincero. Complimenti ai “ramarri”, stanno disputando un campionato straordinario. Speriamo ora di andare ai playoff assieme».
(Fonte: Messaggero Veneto)
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Ha un contratto biennale con la FeralpiSalò, all’andata non giocò e sabato rimetterà piede al Bottecchia. «Sarà emozionante tornarci, l’anno scorso lì dentro abbiamo vissuto momenti incredibili. Come la partita con l’Albinoleffe, che è impossibile dimenticare. Spero ci sia lo stadio pieno: questo giorno l’aspetto da tanto e vorrei gioire ancora».Il “mulo” Federico Maracchi non ha sciacquato sul Garda le vocali aperte che contraddistinguono la lingua del Golfo triestino. Tanto meno ha dimenticato il Bottecchia e quanto lì ha vissuto nella scorsa primavera. Il portacolori dei gardesani gioca apertamente la vigilia. Anche se parte da sfavorito. «In effetti – ammette il centrocampista – il Pordenone ha 4 punti di vantaggio e noi siamo lì a rincorrere. Per come sta andando questa ultima parte di campionato, sabato sono favoriti sicuramente i ramarri». – Va bene “gufare” e nascondersi, ma le credenziali sul potenziale vostro non sono inferiori. Giusto? «Adesso non siamo brillantissimi. Abbiamo raccolto 7 punti in 270’, ma senza offrire le belle prestazioni di due mesi fa. Di buono c’è che stiamo tenendo la media playoff». – Proprio in quest’ottica la scorsa estate fece la scelta. Adesso che si trova con i neroverdi davanti? «Ho cambiato sapendo che volevano fare una squadra competitiva. Siamo stati in alto e adesso vedremo. Certo, non pensavo che il Pordenone facesse così bene. Sono stati bravi in società a non ripetere gli errori. La squadra di Tedino è una bella sorpresa, comunque sono contento della scelta fatta a suo tempo». – Dopo esperienze come quelle di Tamai e Pordenone, con relativi ambienti societari e caratteristiche, alla Feralpi che differenze trova? «Più che differenze, trovo una situazione molto simile. Tamai e Pordenone sono piazze tranquille: anche qui c’è un ambiente familiare, con un clima perfetto per lavorare sereni in settimana. Grosse tensioni non ce ne sono, è ideale per fare calcio. La scelta estiva era nata anche basandosi su questo». – Quale sarà la griglia playoff? «Vedendo gli ultimi risultati, il Bassano ci sarà sicuramente. Poi ce la giocheremo noi, Alessandria e Pordenone, in tre per due posti, mentre Padova e Pavia sono staccati. Il Bassano penso finisca secondo, dopo verrà deciso tutto punto su punto, fino all’ultimo minuto. Sarà una disputa aperta e per noi sarà importante l’esito del Bottecchia. All’ultima giornata avremo il Pavia, che rappresenta una sfida delicata anche se loro fossero tagliati fuori. Sono sempre partite particolari. In spogliatoio guardavamo i prossimi impegni di tutte le squadre in alto: è davvero difficile dire come potrà finire». – Intanto, sabato come può terminare? «Speriamo vinca Salò. Sarà una bella partita, perché tutte e due le squadre giocano a calcio. In difesa ci mancheranno tre titolari, però sarà in ogni caso un gara tosta. L’auspicio è chiaro, un pronostico non lo saprei fare. Il pari non ci serve, perdendo ci stacchiamo. Dobbiamo solo vincere».
(Fonte: Gazzettino, edizione di Pordenone)