• 27 Ottobre 2025

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Empoli-Verona, addetti ai lavori all’unisono: “Retrocessione scritta, ora serve chiarezza e programmazione”

Tutto sbagliato, tutto da rifare, il Verona che avrebbe fatto sbottare Gino Bartali scende in B, non ancora nella forma ma nella sostanza, annunciata da mesi peraltro, dopo aver perso per 2-1 con il Frosinone. Esito amarissimo di un’annata nefasta, la peggiore dell’Hellas in Serie A: «La retrocessione è una mazzata», dice Bruno Pizzul, storico telecronista al seguito dell’Italia e commentatore dei maggiori eventi calcistici internazionali. Che osserva: «La situazione era già compromessa al momento dell’esonero di Mandorlini. Dall’esterno ho avuto l’impressione che proprio il precedente tecnico, che tanto bene aveva fatto con il Verona, abbia perso il controllo. E i motivi non sono decifrabili. Poi Delneri qualcosa ha corretto, ma non a sufficienza. L’esito certo è la caduta tra i cadetti, su cui non si può eccepire». Altra voce della Rai è quella di Stefano Bizzotto, spesso al Bentegodi in occasione delle partite dell’Hellas: «La dirigenza non ha colto il fatto che il ciclo di Andrea Mandorlini, dopo una serie di stagioni esaltanti, fosse arrivato al suo naturale esaurimento. Non si poteva inoltre pensare che Luca Toni ripetesse le prove degli ultimi anni, segnando altri 20 gol. L’ingaggio di Pazzini è stato un equivoco: ottimo acquisto, di quelli che fanno credere che il club abbia la possibilità di consolidarsi, invece sul piano tattico è stato un problema già in avvio, dato che Mandorlini, com’è noto, è legato al suo tradizionale 4-3-3. E non dimentichiamoci dei molti infortuni, altro elemento pagato a carissimo prezzo». Continua Bizzotto: «La verità più cruda sta nei numeri: il Verona ha perso in casa tutti gli scontri diretti. Alcuni in maniera beffarda, come con Carpi e Frosinone, altri in modo inguardabile, e mi riferisco alla sconfitta con la Sampdoria. Come ripartire? Dalla chiarezza che al momento non c’è. Gardini è andato via, forse lo stesso farà Bigon. Serve programmare di nuovo. In B occorrono giocatori di categoria, la rosa andrà modificata». Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera e per Sky , dice: «Fin dalle prime partite si sono comprese le difficoltà del Verona. E a capirlo è stato Mandorlini: un allenatore tenace come lui ha presto trasmesso segnali di resa, cosa inusuale per uno che è sempre stato abituato a lottare. Gli infortuni hanno avuto un peso specifico palese, ma a novembre la squadra era già retrocessa. Delneri ha tentato di rialzarla e ne ha tratto alcune buone prestazioni. La vittoria con il Chievo, intanto, ma anche quella di Bologna, o il pari colto a Firenze. Non è bastato: ormai era troppo tardi». Guglielmo Longhi, inviato de La Gazzetta dello Sport , già in estate sottolineò le carenze dell’Hellas: «Ad Amburgo, in amichevole, scrissi che c’erano delle cose che non mi convincevano nel Verona. A cominciare da una coabitazione tra Toni e Pazzini che non funzionava. Qualcuno se la prese, ma quello fu uno degli indicatori iniziali di un’annata in cui l’Hellas non è mai stato all’altezza. Nemmeno a gennaio sono stati inseriti in organico giocatori in grado di cambiare un andamento incorreggibile. Il passaggio del dg Gardini all’Inter ha suonato come un cedimento dirigenziale. Adesso bisogna ricostruire. Aspetto come tutti le scelte di Maurizio Setti, che non sono definite». Xavier Jacobelli, direttore editoriale di www.corrieredellosport.it e www.tuttosport.com, annota: «La retrocessione del Verona va attribuita a un insieme di concause. Indubbio che l’organico, dopo la prima grande stagione in serie A e la successiva salvezza, sia stato indebolito. Ha influito il cambio dell’allenatore, così come gli infortuni nella prima parte della stagione e il rendimento non certo eccelso di Giampaolo Pazzini, uno dal quale ci si aspettava molto di più. Ma non si può attribuire tutte le responsabilità solo alla squadra». Sul futuro, Jacobelli dice: «Ora va capita la strategia della società. Ad esempio, è stato lanciato Gollini. Chiedo: sarà Gollini la prima pietra del nuovo Hellas? La società ha la fortuna di avere un pubblico che ama questa squadra a prescindere. Ma proprio per questo il pubblico di Verona merita la massima chiarezza. La società deve dire subito come intende agire, chi resta, chi va, come si avvicinerà alla prossima stagione tra i cadetti. E questo è un atto doveroso».

(Fonte: Corriere del Veneto, edizione di Verona)

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